sabato 7 ottobre 2017

Recensione n°0

Good evening folks!
Come sta trascorrendo questo bellissimo mese? Scusate se non ho pubblicato nei giorni scorsi, ma finalmente è iniziata l’università e ho avuto un po’ di pensieri per la testa! E oggi mi sono fatta il tatuaggio e lo adoro!
Mentre io me lo godo, vi propongo la recensione di «Numero Zero», un libro che ho letto durante quest’estate e che ho trovato piuttosto interessante!


RECENSIONE:




Titolo: Numero Zero
Titolo originale: Numero Zero
Autore: Umberto Eco
Genere: romanzo
Data di pubblicazione: 2015
Pagine: 218

Prezzo: non lo so perché l'ho comprato con l'offerta 2x15€ della Bompiani Vintage Gold ahahah (edizione in foto)

Trama: Una redazione raccogliticcia che prepara un quotidiano destinato, più che all’informazione, al ricatto, alla macchina del fango, a bassi servizi per il suo editore. Un redattore paranoico che ricostruisce la storia di cinquant’anni sullo sfondo di un piano sulfureo costruito intorno al cadavere putrefatto di uno pseudo Mussolini. Un’esile storia d’amore tra due protagonisti perdenti per natura. Un perfetto manuale per il cattivo giornalismo che il lettore via via non sa se inventato o semplicemente ripreso dal vivo. Una storia che si svolge nel 1992 in cui si prefigurano tanti misteri e follie del ventennio successivo, proprio mentre i due protagonisti pensano che l’incubo sia finito. Una vicenda amara e grottesca che si svolge in Europa dalla fine della guerra ai giorni nostri.


COSA NE PENSO (idee e pensieri sfusi):

Questo libro è stato il mio primo approccio con Eco. Sebbene avessi tra i miei scaffali anche una vecchia copia de “Il nome della rosa”, non ho mai trovato il modo di leggerlo. Poi, quando ho visto “Numero zero” in libreria, mi sono detta: “Mi ispira tantissimo, devo averlo”. E ci ho visto giusto, perché oltre ad aver apprezzato tantissimo questa storia, che tocca noi lettori in particolar modo, ho amato alla follia lo stile di Eco, che mi rammarico non aver letto prima. Una grammatica impeccabile, una sintassi corretta e scorrevole, un vero maestro di stile. Con Calvino, forse uno dei migliori modelli, per chi ama la scrittura. 



Del libro in sé voglio dirvi poco, perché non voglio sciuparvi la lettura.
Vi ho già detto di come “Numero zero” sia una storia adatta particolarmente a noi lettori -io infatti mi sono sentita un po’ chiamata in causa leggendo il finale del romanzo- e questo fondamentalmente perché essa parla, in modo molto diretto e disincantato di come e quanto noi siamo influenzati dalle storie. Storie di ogni tipo: lette, scritte, raccontate, viste al telegiornale. Eco ci mette davanti alla pura verità, quando ci mostra quanto poco basti per farci suggestionare, quanto siamo manipolabili e vulnerabili, fino a che punto siamo carenti di senso critico, tanto che, dopo aver ascoltato una storia, purché certo ben raccontata, cadiamo in paranoia, talvolta anche contro ogni logicità.




E a chi non è mai capitato, dopo aver chiuso le pagine di un libro (magari dopo aver letto per un bel po’ di tempo), di sentirsi rimbombare nella mente frasi o parole, pezzi di dialoghi, frammenti di immagini, residui di ambientazione. A chi non è mai capitato, nei giorni appena successivi, di paragonare le cose della vita reale a quelle della storia narrata? E ancor di più se la storia è tangibile, realistica o addirittura storica, è quasi inevitabile trovar nessi e collegamenti tra le circostanze descritte e quelle di cui si fa esperienza.
E allora, ci induce Eco a chiederci, come e fino a che punto le storie che caratterizzano la nostra vita, influenzano le nostre azioni? E quanto questo è pericoloso?




Una riflessione indubbiamente stimolante, eppure non riesco a pensare a qualcosa come un libro come pericoloso. Certo, i libri sono potenti, questo l’ho sempre pensato. Sono potenti perché ti aprono la mente, perché effettivamente cambiano il modo in cui agisci, in cui pensi, in cui ti poni rispetto alle cose. Sono potenti perché ti danno potere, perché ti rendono libero e consapevole. Ed è pur vero che nel momento in cui apri un volume sei vulnerabile, perché apri la tua mente e la esponi in questo modo a un nuovo flusso di idee e riflessioni che potrebbero mutarla, modellarla differentemente, il che è positivo, ma anche intrappolarla in nuove catene di pregiudizi e opportunismi, il che è estremamente negativo. Ed ecco perché è importante anche sapersi difendersi, leggere, ascoltare, imparare ma consapevolmente, attivamente. Porsi in modo da poter distinguere quello che può essere positivo e ciò che invece è solo un modo per controllare le tue scelte. 
E sì, Eco parla di storie, che ovviamente non sono solo quelle dei libri, ma anche quelle dei giornali, della televisione, quelle raccontate…ma io alla fine sempre là vado a finire (è un amore indissolubile). #sorrynotsorry



E dietro questo si cela anche una critica verso quest’Italia (e come lei molti altri nel mondo) che dimentica, dimentica, dimentica. Nella sua manchevolezza di senso critico e ancor peggio di interesse, cade vittima di sé stessa, non più in grado di distinguere ciò che è vero da ciò che è falso, ciò che è credibile da ciò che non lo è. Mentre la stampa ricicla e inventa notizie che continuano a passare inosservate, è troppo concentrata sulle bollette da pagare e impegnata a lamentarsi di una situazione che mai cambierà (così come le notizie mai saranno ricordate) per porsi seriamente qualche problema. E allora? Abbandonarsi ai fatti e andare avanti? Tanto ci sarà sempre qualcuno in grado di mettere in piedi una bella storia.


Voi che ne pensate? L’avete letto?
Prongs

2 commenti:

  1. Ciao Prongs,
    Ottima recensione!
    Il volumetto - si fa per dire - di Numero Zero attende la mia attenzione su uno scaffale in libreria.
    Mi incuriosisce questa riflessione su quanto le storie in ogni loro forma influenzino la vita di tutti i giorni. Sia come carta stampata che in forma di post sui social e - perché no? - pure qui su Blogger. Tema scottante, insomma!

    (Recupera assolutamente Il pendolo di Foucault di Eco: potrebbe piacerti non poco!)

    Saluti,

    Fede.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Fede! Grazie mille per il commento e la visita! Sono curiosa di conoscere la tua opinione riguardo Numero Zero se/quando lo recupererai da quello scaffale. Grazie anche per il consiglio, provvederò a procurarmi una copia de Il pendolo di Foucault il prima possibile!

      Elimina

Hey! Ti va di dirmi cosa ne pensi con un commento? Sarò felicissima di risponderti!