martedì 3 ottobre 2017

Doppia breve recensione: saga di Chocolat

Buonsalve a voi, piccoli amici lepricani!
Va bene, non riesco più a trattenermi. 
INDOVINATE CHI HA SUPERATO IL TEST DI MEDICINA AL PRIMO TENTATIVO, ENTRANDO NELLA SUA PRIMA SCELTA?
YEY, IT'S ME!




Non potete capire quanto sia felice! È tutta la mattinata che saltello in giro. Non vedo l'ora di cominciare!
Comunque, mentre cerco di immatricolarmi (i siti dell'università li hanno fatti con i piedi?) vi lascio una sorta di doppia recensione: "Chocolat" e il suo sequel, "Le scarpe rosse" di Joanne Harris...




RECENSIONE:

Titolo: Chocolat
Titolo originale: Chocolat
Autore: Joanne Harris
Genere: romanzo 
Data di pubblicazione: 2000
Pagine: 338

Prezzo: 8,40 (edizione in foto)
Trama: Lansquenet-sous-Tannes, un villaggio al centro della Francia, è una comunità chiusa, dominata con rude benevolenza dal giovane curato Francis Reynaud. Nel villaggio arrivano Vianne Rocher e la sua giovane figlia Anouk. Vianne rileva una vecchia pasticceria, ribattezzata La Celeste Praline, che ben presto diviene agli occhi del curato un elemento di disordine. Ben presto il tranquillo villaggio diventa più disordinato, ribelle e soprattutto felice. E lo scontro tra Benpensanti e Golosi, tra le delizie terrestri offerte da Vianne e quelle celesti promesse da padre Reynaud, tra Carnevale e Quaresima, diventa inevitabile.




COSA NE PENSO

“Chocolat” è sempre stato un punto saldo nella mia infanzia. Riesco a ricordare nitidamente le serate fredde d’inverno, passate con mia madre, accoccolate sul divano a guardare quel film, immergendoci in un mondo pieno di odori e sapori sensazionali. Posso rievocare la sensazione di avvertire realmente il gusto, il profumo del cacao e del cioccolato, come attraversare lo schermo, trapassare l’immagine visiva e stringersi intorno a noi due, sole e felici nel nostro rifugio.
Guardare il film di Chocolat è diventato uno dei molti rituali che ci legavano vicendevolmente, e che sono sopravvissuti ai mille cambiamenti che hanno scombussolato la nostra esistenza.


Perciò, quando il libro di Joanne Harris mi è capitato tra le mani frugando tra i volumi di seconda mano in libreria, l’ho afferrato senza farmi scrupoli.

Leggendo Chocolat, sono stata catapultata in un mondo pieno di magia e misticismo, bontà culinarie, in un’atmosfera tra il gotico e il classico fascino parigino. La storia di Chocolat coinvolge una donna e sua figlia, spiriti liberi e dal sapore un po’ antico, in una perenne fuga al seguito del vento più selvaggio, che le porta infine a stabilirsi in una cittadina francese, dove le aspetterà un’avventura sensazionale e commuovente sullo sfondo della loro cioccolateria. Il tutto è un insieme divertente, incantato, spensierato, profumato, ma anche estremamente passionale e coinvolgente. 




Sono stata dunque pienamente soddisfatta dalla lettura di una storia a cui ero già parecchio affezionata, sebbene le divergenze tra film e libro siano (come al solito) evidenti. Inoltre, lo stile della Harris si presta per romanzi di questo tipo, con una sintassi chiara e scorrevole, senza periodi troppo lunghi, ma calibrando equilibratamente lo spazio da dare alle descrizioni e i dialoghi.



Passiamo ora al secondo volume:


Titolo: Le scarpe rosse
Titolo originale: The Lollipop shoes
Autore: Joanne Harris
Genere: romanzo 
Data di pubblicazione: 2007
Pagine: 490

Prezzo: 9,30 
Trama: Sono passati quattro anni da quando Vianne Rocher e la figlia Anouk hanno lasciato il paese di Lansquenet. Hanno peregrinato di villaggio in villaggio, senza mai trovare stabile dimora: lo scandalo e le chiacchiere le hanno seguite, perseguitate, minacciate pericolosamente, ancora di più da quando Vianne ha dato alla luce la piccola Rosette. Alla fine hanno trovato rifugio e anonimato a Montmartre a Parigi e qui si sono rifatte una vita. Ma tutto è diverso da prima. Sono spariti i tarocchi, gli incantesimi, persino Pantoufle. Il vento ha smesso di soffiare, almeno per un po'. Ma poi nella loro vita compare Zozie de L'Alba, la donna con le scarpe rosse, che porterà colore e pericoli. E mentre tutto quello che ama è in pericolo, Vianne deve scegliere: fuggire, come ha fatto tante volte prima, oppure affrontare il nemico più pericoloso con le uniche armi a sua disposizione: il cioccolato e la magia. 



COSA NE PENSO

Se posso dirmi assolutamente entusiasta del primo volume, il seguito di Chocolat, intitolato “Le scarpe rosse”, non mi ha lasciata altrettanto contenta. 
Nella storia si inserisce un nuovo personaggio, una figura disturbante, che scombussola la situazione, agendo in modo subdolo fin dal principio. L’ambiguità di questo carattere non è in alcun modo celata al lettore, che segue la storia in parallelo da tre punti di vista, ed è proprio questo a rendere il tutto così dannatamente pesante e irritante: se i personaggi arrivano a scoprire pian piano la negatività della figura in un crescendo di tensione, il lettore conosce già la verità e non può che restare inerme e insoddisfatto, con un appiattimento quasi totale di qualsivoglia suspence e un ammontare esponenziale di irritazione.
(Insomma, a un certo punto ti verrebbe da urlare contro il libro sperando che i personaggi ti sentano)

 

In più ho avuto come l’impressione che il libro fosse in realtà ben più lungo di quanto non avrebbe dovuto: su quattrocento pagine, di necessarie ne erano forse la metà. Più concetti sono stati ripetuti diverse volte nel corso della storia, soprattutto quelli riguardanti la caratterizzazione di Zozie. Informazioni sovrabbondanti e inutili.
Certo, non tutto è stato negativo: ho trovato piacevole aver rincontrato  personaggi cui ero legata, vedere Anouk cresciuta e poter fare di nuovo esperienza di tutti gli odori e i sapori suggestivi e affascinanti (entrambi sono libri che coinvolgono i sensi), ho apprezzato l’ulteriore carica “mistica” che è stata data alla storia, fra tarocchi, incantesimi e forze intangibili.
Niente da dire, d’altro canto, sullo stile della Harris, che resta sempre molto chiaro e pulito.


Ma in conclusione credo che questo sequel non possa reggere il confronto con la storia originale, che mi ha da subito conquistata, avvolgendomi nel suo aroma di cacao e peperoncino, di antiche storie raccontate attorno a un fuoco, di segreti indicibili sussurrati dalla voce roca del vento del Nord.


 E questo è quanto. Voi li avete letti? Che ne pensate?
Mangiate biscotti, 
Prongs



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