lunedì 30 ottobre 2017

Recensione di una storia esplosiva condita con patate e poco buonsenso

Hello folks! Che aria tira dalle vostre parti? Qui da me inizia a fare piuttosto freddo, e la cosa non mi spiace affatto! Oggi, vi saluto con una recensione, quella de "L'analfabeta che sapeva contare"
Enjoy, e fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti qui sotto!

RECENSIONE:


Titolo: l'analfabeta che sapeva contare
Titolo originale: Analfabeten son kunde räkna
Autore: Jonas Jonasson
Genere: romanzo
Data di pubblicazione: 2013
Pagine: 482

Prezzo: 19,00 (edizione in foto, ma io l'ho comprato usato a metà prezzo)

Trama: La possibilità che un'analfabeta si trovi rinchiusa in un furgone per il trasporto delle patate in compagnia del re svedese e del primo ministro, è pari a una su quarantacinque miliardi seicentosessantasei milioni duecentododicimila ottocentodieci. Questo sulla base dei calcoli effettuati dall'analfabeta in questione.


COSA NE PENSO (idee e pensieri sfusi):

Mi riproponevo di leggere questo libro da secoli. 
Jonas Jonasson mi aveva infatti già conquistata tempo fa con “Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve”, facendomi ridere per le situazioni paradossali e coinvolgendomi nelle più bizzarre avventure, a seguito della più buffa delle compagnie. 

Con questo nuovo romanzo Jonasson conferma la mia opinione su di lui e si ripropone come l'acuto parodista che è, sempre sul filo del rasoio tra satira e comicità senza pretese.
“L’analfabeta che sapeva contare” è un libro fresco, leggero a dispetto delle sue 480 e passa pagine, che si fa sfogliare facilmente, nonostante qualche parte più lenta. 



È una storia che mette assieme tanti personaggi e tante situazioni, accostandoli in modo assolutamente unico e imprevedibile, eppure non casuale. 
Una ragazza di colore sudafricana, tanto geniale quanto invisibile; un’inetto ingegnere bianco sudafricano, che ha tutti i vantaggi e i riconoscimenti che spetterebbero alla ragazza; due gemelli svedesi e totalmente opposti, l’uno stolto e ciecamente fedele alle convinzioni del padre, l’altro sveglio e capace di ragionare con la propria testa; due agenti della polizia segreta israeliana; giovani manifestanti esaltati pronti ad accanirsi contro qualsiasi istituzione, solo per il fatto di essere tale; sovrani spensierati, anziani avari, nonne in gamba, singolari sorelle cinesi e paranoici ceramisti americani. 
Chi più ne ha più ne metta! 



Jonasson gioca con personaggi e situazioni che sarebbero comunemente ritenute “delicate”, estrapolandole dal loro contesto e inserendole in situazioni assurde, accoppiandoli in modo ancora più assurdo. Ognuno di questi personaggi ha alle spalle una sua storia, che verrà a intrecciarsi a quella degli altri in modi del tutto inaspettati e assolutamente stravaganti, generando situazioni divertenti ma non stupide, benché talvolta al limite del surreale. 

Le vicissitudini che infatti coinvolgono i personaggi di Jonasson hanno un fondo di verità e di critica che, nonostante tutto, impedisce di considerarle demenziali. A volte portare le cose a livelli paradossali spinge a considerare le stesse da un altro punto di vista e a riflettere su ciò che esse realmente significano e comportano. Nessuno degli eventi raccontati ha probabilità di accadere, eppure quel tanto che l’autore fa scorgere di verità, quei dati e quei personaggi reali citati, accendono un interruttore nella mente del lettore, sollecitando riflessioni e interrogativi. Tutto ciò, senza privare il romanzo del suo piacere puramente dilettevole e disimpegnato. 

(un altro po' di James Franco che sul mio profilo Instagram ha fatto impazzire tutti...)

L’analfabeta che sapeva contare mi è piaciuto molto perché è una commedia spontanea, divertente, ironica, ma non affatto demenziale.

Sooo tell me what you think e GODETEVI HALLOWEEN DOMANI!

Prongs





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