mercoledì 27 luglio 2016

RECENSIONE: L'UOMO IN FUGA E IO CHE SONO ANTI-ESTATE

Ma buonciao persone, alieni o altri esseri!

Oggi qui fa un caldo da pazzi e infatti sono chiusa in una stanza con il condizionatore a palla. Ebbene sì, niente mare per me quest'anno! 




Ma tanto a me piace l'inverno, perciò a dispetto di tutti quelli spaparanzati al sole a ustionarsi la pelle e sudare come lama, aspetto segretamente l'arrivo del freddo.




Oggi sono qui per parlarvi di un libro che mi è piaciuto tantissimo e che consiglio a tutti. Si tratta de "L'uomo in fuga" di Richard Bachman, che ormai sappiamo tutti essere nessun altro che Stephen King che si diverte a trollare tutti. 





RECENSIONE:


Titolo: L'uomo in fuga
Titolo originale: The Running Man
Autore: Richard Bachman aka Stephen King
Genere: romanzo | fantascienza, distopia
Data di pubblicazione: 1982
Pagine: 240
Prezzo: 9,90 (edizione in foto)

TRAMA:
In una cinica America di un futuro molto vicino, Ben Richards – che ha disperatamente bisogno di soldi per curare la figlia malata – decide di partecipare a un sadico, seguitissimo reality show, L'uomo in fuga. Ogni concorrente deve riuscire a sottrarsi alla caccia spietata dei gladiatori della rete, della polizia e di chiunque lo riconosca, per un mese. Intasca cento dollari per ogni ora di sopravvivenza e, se è ancora vivo alla fine dei trenta giorni, un miliardo di dollari. Per Ben vincere significherebbe una vita da nababbo, per sé e per la figlia. Sfortunatamente pochi ce la fanno.                  Anzi, in sei anni, nessuno è mai sopravvissuto…

COSA NE PENSO (recensione/pensieri sfusi)


Okay, iniziamo dicendo che questo libro è una bomba. Magnifico. E questo è essenzialmente tutto quello che vi serve sapere.
Stephen King è già un genio di suo. Ma questo romanzo. Oh, questo romanzo è decisamente uno dei miei preferiti adesso. E poi è ancora più spettacolare perché è una specie di super mix tra due altre storie bellissime: Hunger Games e 1984.






Infatti, l’ambientazione da brividi in cui ci troviamo è, come nella celebre e tanto amata serie della Collins, quella di un mondo in cui la separazione tra ricchi e poveri è nettissima e grava sulle spalle degli abitanti più umili, che a stento riescono a sopravvivere, contrariamente ai ricchi e agiati cittadini di Co-Op City. 
Ritroviamo la stessa situazione di sofferenza, fame, stenti, in contrapposizione a opulenta ricchezza, grassa cupidigia, sprezzante malvagità. 

Soprattutto, una portentosa sete di sangue e di violenza caratterizza gli abbienti cittadini di Co-Op! Ma tu guarda un po’! Quel matto di King ha praticamente scritto Hunger Games con 30 anni di anticipo! E tutto ciò è già molto emozionte.




Che Stephen fosse geniale (matto, ma geniale), lo sapevate anche voi.

In questa ambientazione già di per sé non esattamente piacevole, si iniziano a delineare le analogie con quello che rimane uno dei miei libri preferiti in assoluto: 1984, di George Orwell. 
E allora, i brividi. 
Cos’è che controlla ogni aspetto di questa agghiacciante società? Una cosa chiamata “tri-vù” che non è altro che la nostra banalissima tv, adorabile aggeggio che fa il lavaggio del cervello alle persone; nutre le loro avide menti con succulenti, sanguinolenti programmi televisivi i cui partecipanti sono nulla di più che disperati membri della classe più povera in cerca di soldi per mettere un piatto caldo in tavola. 

Ma tranquilli, i poveracci in questione sono appositamente selezionati
Ce lo garantiscono i magnanimi signori del Game Building, i quali hanno la premura di selezionare tra i candidati i più adatti ai vari tipi di giochi, testando la loro prestanza fisica, lo stato di salute, l'abilità intellettiva. 

E la nobiltà d'animo di costoro supera ogni limite, arrivando persino a individuare gli elementi più “pericolosi per la società” e condannarli a una morte ignobile e dolorosa davanti alle telecamere renderli partecipi dei giochi più avvincenti! Giochi che portano due vantaggi: eliminano questi soggetti scomodi e minacciosi e intrattengono il pubblico con ciò che al pubblico più piace! Oh, ma quanta premura per i puri, intoccabili cittadini di Co-Op!



E boom, tutt'a un tratto mi aspetto quasi di leggere nella frase seguente che la faccia enorme del Grande Fratello sia comparsa sullo schermo accompagnata da un lamentoso ma feroce inno. 

Potenti contro deboli

Finti buoni, governanti demagoghi che si pongono a difesa dei cittadini MA al contempo sgozzano i cittadini! 

Elite di fraudolenti impostori, avari, manipolatori che non si fermano davanti a nulla, massacrando innocenti, bambini, donne, chi più ne ha più ne metta.

Ora sto divagando.

Dunque, in tutto questo, mentre i bambini delle periferie fumano a 7 anni, le donne sono costrette a “vendere il proprio corpo” per sperare di sopravvivere un altro giorno, in tutto questo e molto altro, l’uomo che ci interessa è un 97. Questa cosa mi ha fatto venire i brividi. Voglio dire, l’eroe (che poi di eroico ha poco e niente) della situazione sarebbe un mio coetaneo
Ebbene sì, perché la storia è ambientata nel 2025, fra qualche annetto dunque. Cioè io avrò 26/27 anni. WOW. Dunque, Ben ha 28 anni, la moglie Sheila 26, e la loro piccola figlioletta ha appena pochi mesi. 
Ben non è uno di quelli fortunati, oh no.

Ben fa parte della gente di periferia, e quando la piccola Cathy si ammala e non la smette di tossire, né lui né Sheila hanno i soldi per chiamare un medico.
Così Ben inizia a guardare la tri-vù, obbligatoria in tutte le case (come te lo fanno il lavaggio del cervello, sennò?), e gli viene un’idea che potrebbe salvare la sua famiglia, anche a costo di sacrificare sé stesso.

Ed ecco che inizia la sua avventura. Intrepido, intelligente, gentile, giusto, ribelle, coraggioso, furbo, Ben è il candidato perfetto. Il candidato perfetto per essere uno degli elementi pericolosi, quelli da eliminare, quelli con un minimo di senso critico, quelli da mandare nei programmi più avvincenti, più remunerativi, più pericolosi. Quelli da cui non se ne esce vivi.




Il programma si chiama, ovviamente, "L'uomo in fuga".
L’Uomo in fuga nient’altro è che una caccia all’uomo. I Cacciatori sono tutti, o perlomeno tutti i cittadini che sono stati sedotti da quello che dice la tri-vù. 

E a peggiorare il tutto, quelli del Game Building si sono impegnati proprio bene per far apparire Ben come un sovversivo, un essere pericoloso, detestabile, impunito bastardo. 

Ma Ben, beh, è un osso duro.

Questo libro è semplicemente bellissimo. Coinvolgente, incalzante, crudo al punto giusto, senza diventare disturbante.
Se siete dei fan di Hunger Games è più che probabile che ritroviate punti comuni e pensare che è stato scritto ben 30 anni prima, è pazzesco!
Spero che questo libro sia piaciuto anche a voi! Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti qui sotto!

Io gli assegno ben 5 mini IRONMAN 




5 su 5




5 su 5



4 su 5


Mi siete mancati, nargilli!




Prongs

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