giovedì 4 gennaio 2018

Recensione Il mercante di libri maledetti

Buonsalve a tutti amici elfi! 
È iniziato il 2018, a suon di fette di pandoro, ovviamente. E quindi è iniziato nel migliore dei modi: rotolando!


Ad ogni modo, io ho accolto a braccia spalancate questo 2018 e mi sento carica e pronta per fare, vedere, scoprire tantissime cose. Mi sento molto propositiva (nonostante debba preparare 4 esami per fine gennaio, poor me). E voi, siete pronti per il nuovo anno?


Scrivo questo post alle 00:09 perché domani mattina sarò in macchina per tornare a casa, dopo aver passato le vacanze dai miei parenti, dunque devo necessariamente pubblicarlo ora. Spero che qualcuno di voi blogger mattinieri lo veda!

RECENSIONE:

Titolo: Il mercante di libri maledetti 
Titolo originale: Il mercante di libri maledetti
Autore: Marcello Simoni
Genere: romanzo
Data di pubblicazione: 2012
Pagine: 288

Prezzo: 6,90 (edizione in foto)

Trama: Anno del Signore 1205. Padre Vivïen de Narbonne viene braccato da un manipolo di cavalieri che indossano strane maschere. Il monaco possiede un libro molto prezioso, che non vuole cedere agli inseguitori. Tentando di fuggire, precipita in un burrone. Tredici anni dopo Ignazio da Toledo, di ritorno da un esilio in Terrasanta, viene convocato a Venezia da un facoltoso patrizio per compiere una missione: dovrà recuperare un libro molto raro intitolato "Uter Ventorum", lo stesso libro posseduto da Vivïen. Il manoscritto in questione conterrebbe precetti derivati dalla cultura talismanica caldaico-persiana e sembrerebbe in grado di evocare gli angeli, per poter partecipare della loro sapienza. Ignazio si metterà alla ricerca del libro, che secondo le indicazioni è tenuto in custodia nella Chiusa di San Michele presso Torino. Ma alla Chiusa di San Michele, anziché trovare il libro, Ignazio si imbatte in un mistero: l'"Uter Ventorum" è stato smembrato in quattro parti nascoste in Linguadoca e in Castiglia. La curiosità di scoprire il contenuto di quelle pagine lo sprona a proseguire nella ricerca, nonostante il pericolo. Riuscirà svelare tutti gli enigmi che il libro contiene e a evocare gli angeli e la loro sapienza?


COSA NE PENSO (idee e pensieri sfusi):

Leggere questo libro è stato semplicemente un piacere. La storia è un’intrecciarsi affascinante di vicende, personaggi e  luoghi. Sullo sfondo un’ambientazione medioevale con una nota inspiegabilmente fresca, differente da tutti i romanzi di questo genere. 


Ho letto molte recensioni negative riguardo questo romanzo, soprattutto perché è visto come l'ennesima brutta copia de "I pilastri della terra" o "Il nome della rosa".

Ad essere schietti e sinceri, la storia in sé non ha nulla di particolarmente sconvolgente o imprevedibile, nessun colpo di scena da lasciarti completamente stupito, nessuno svolgimento che fosse imprevedibile, eppure…eppure questa storia ha un’atmosfera che cattura e ti tiene incollato lì, fra monaci incappucciati, vecchi tomi impregnati di inchiostro (e muffa), reliquie e oggetti dalle dubbie facoltà mistiche, sette sanguinarie, templari, fanatici religiosi e non, crociati e guerrieri. “Il mercante di libri maledetti” è una storia di virtuosi e vili, traditori e leali, orgogliosi e voltagabbana. È una storia che parla di avventure, di eroismo, di crudeltà ma anche di pentimento, di pregiudizio e di saggezza, di affetto e di violenza. Insomma, non dico che sia il miglior romanzo storico mai scritto, ma non mi sento nemmeno di ripudiarlo inclementemente.





È anche una storia che unisce tante storie diverse. Tutti i personaggi hanno un solido background individuale, un proprio passato, anche relativamente dettagliato, che alla fine fa combaciare tutti i punti della trama come pezzi di un grande puzzle. 
È impossibile non lasciarsi coinvolgere nel lungo peregrinare dei tre protagonisti, e restare impassibile alle loro vicende, alle loro scoperte e avventure. E seguendo questa compagnia ci si catapulta in un viaggio che è un po’ corsa un po’ fuga, via da figure oscure incappucciate, verso un “tesoro” mistico -che si rivela essere poi la cosa meno importante, se paragonata ai rapporti instaurati tra i personaggi. Un viaggio in giro per l’Italia, la Francia e la Spagna, tra chiese riecheggianti e alloggi improvvisati.

Seguire questa storia è stato davvero dilettevole, anche perché è narrata in un modo molto leggero e facile da seguire.
Anche per questo è un libro coinvolgente: le cose procedono veloci, lo stile è conciso, non ci sono punti di stallo o pause e anche i flashback sono diluiti in tutta la vicenda. 
I capitoli, in più, sono spesso molto brevi e le descrizioni talvolta mi sono parse paragonabili alla narrazione cinematografica, in cui gli oggetti sono distinti e nitidi. L’autore, nella narrazione, si concentra sul fornire delle immagini chiare e precise (a volte mi è quasi sembrato zoomasse sui particolari, come se avesse davvero una videocamera: poche informazioni, ma quelle che servono a crearti un’immagine nella mente) piuttosto che disperdersi in caratterizzazioni più approfondite. 


Come ho già detto, non è un’opera particolarmente brillante o destabilizzante o oltremodo significativa. Ma di certo è una lettura veloce, piacevole e soddisfacente, curata nei dettagli ma non pesante o impegnativa.


Ho apprezzato anche l’accenno riguardo la contaminazione di altre religioni in quella cristiana cattolica, argomento significativo, che ovviamente non è stato trattato in modo documentato e "saggistico" nel romanzo -com'è giusto che sia, perché non è un saggio, ma un romanzo- ma che viene proposto sommariamente e può forse stimolare la curiosità del lettore.  



E poi le storie piene di simboli, misticismo, alchimia e robe simili mi piacciono sempre (W Dan Brown).

Per me sono 3 piccoli iron man:

3 su 5


2 su 5


3 su 5


Voi che ne pensate? L'avete letto? Fatemelo sapere in un commento!

Prongs





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